
A Milano, Luciano Fassa, direttore generale di Monge, partecipa volentieri con dettagli e una grande esperienza maturata sul campo, tutte le volte che c’è da sottolineare la storia, la mission e la natura di un’azienda italiana leader nel mondo del pet food. Perché cani e gatti nella storia degli ultimi decenni sono stati “umanizzati” da milioni di famiglie italiane che considerano il proprio cane o gatto come un figlio. Perché la visione che aveva avuto Baldassarre Giacomo Monge nato nel 1934, secondogenito di tre figli è stata vincente ma allora sembrava pura follia. Suo padre Domenico aveva dato vita a un’impresa avicola con due regole fondamentali. La prima: si devono ottimizzare i costi senza spendere più del necessario. La seconda: nulla si spreca, tutto si ricicla. Oggi quella filosofia è rimasta intatta. E fu con questi principi, qualche anno più tardi, nel 1963, che Baldassarre trasformò l’esperienza di famiglia in un nuovo modo di concepire l’alimentazione per gli animali domestici. Ce lo racconta in breve proprio Luciano Fassa.
Il titolo di un capitolo che vuole ripercorrere il cammino di uno dei maggiori imprenditori del pet food nel mondo dice: “Dalle visite ai clienti in bici a re del cibo per animali: chi è Baldassarre Monge, il nuovo socio di Mediobanca“. Ma se a poi a dirci di Monge oggi è Luciano Fassa, direttore generale in Monge da ben 25 anni cooprotagonista di un’azienda familiare con la grande vocazione ad essere leader nel mondo la testimonianza è ancora più autorevole. Era l’anno 2000 quando Luciano Fassa, 65 anni, torinese che prima di approdare in Monge aveva già avuto due esperienze professionali in Procter & Gamble e Agnesi-Gruppo Danone nelle aree Vendite, nel trade marketing, nel marketing e nella logistica con crescenti responsabilità. Ad ottobre 2000 iniziò a collaborare con Monge prima come consulente poi, dal gennaio 2001, assunse la carica di Direttore Generale. Oggi Monge è la più importante realtà produttiva italiana nel settore degli alimenti per cani e gatti. Esporta in oltre 100 nazioni nel mondo ed è la 9° azienda in Europa occupiamo la 23° posizione nel mondo. Con investimenti per oltre 50 milioni di euro nei prossimi tre anni: Monge, leader italiano nel mercato del petfood con un fatturato 2021 di 376 milioni, conferma che per primeggiare in un comparto molto competitivo è fondamentale non fermare l’onda lunga della crescita, innanzitutto strutturale. Una società che conta 300 dipendenti e 120 venditori.








Luciano Fassa lavora fianco a fianco con la famiglia Monge che vive l’azienda ogni giorno. Domenico, Sandra e Franca conoscono i dipendenti per nome (più di 20 nazionalità sono presenti nell’impresa). Sposato, Luciano Fassa ha una figlia da cui, oggi più di ieri, è molto ispirato dacché attento alle giovani generazioni e al futuro che porta innovazione. Nonostante gli impegni di lavoro Luciano Fassa ha continuato a coltivare le sue 2 grandi passioni: i dischi in vinile anni 60 ed il tennis. Il Direttore generale dal piglio elegante e il garbo sempre pronto non ha dubbi: “Stiamo lavorando su diversi fronti. Il progetto con l’orizzonte più breve è il rafforzamento della produzione e sterilizzazione per le lattine. Il secondo grande investimento, sempre in ambito petfood umido, è il raddoppio della capacità produttiva delle buste per cani e gatti da 100 a 300 grammi. C’è poi l’ampliamento delle linee di confezionamento e dei silos per i prodotti secchi, per avere in stock una maggiore varietà di crocchette. Il quarto, che dovrebbe avere visibilità entro il 2024, è la costruzione del secondo magazzino automatico da 45.000 posti pallet, indispensabile perché quello da 43.000, inaugurato nel 2019, è ormai saturo”. Ma quando gli chiedi di Monge gli occhi suoi brillano e parla del concetto che ha fatto grande l’azienda di Baldassare fin quando da quel lontano 1963, mentre l’Italia di quegli anni era in grande trasformazione, e nelle case cani e gatti diventavano parte del nucleo familiare, Baldassarre capì che era necessaria una svolta nella loro alimentazione. Capì, molto prima degli altri, che le loro esigenze nutrizionali erano ben diverse da quelle dell’uomo. E così introdusse un nuovo approccio, sostituendo i classici avanzi di cucina con la carne di pollo inutilizzata e cotta a vapore. Nasceva così di fatto attorno a quell’anno ciò che oggi è, solida e forte, la prima azienda di petfood in Italia.